L’ alienazione genitoriale

Un fenomeno sempre più diffuso! ...


Vi sentite alienati? Sentite i figli ostili  causa del comportamento dell altro genitore?
Cosa vuol dire essere alienati?  Il verbo alienare sta a significare “allontanare”, “distogliere”.

Da qui, è semplice arrivare ad una concettualizzazione precisa del termine “alienazione” che, sostanzialmente, traduce l’azione di un genitore di estromettere dalla vita dell’altro la figura del figlio.

Se riflettiamo bene, in questa perversa dinamica, forse potremmo annoverarla tra le più “cattive”, il figlio è semplicemente un oggetto.

Un mezzo, se così si potrebbe definire, da utilizzare per colpire l’ex compagno o compagna. Il genitore alienante, non si pone il problema della ripercussione psicologica sul figlio ma, è del tutto concentrato a distruggere l’immagine dell’altro genitore.

Questo è il suo obiettivo!

Richard Gardner, coniò per primo il termine di “sindrome da alienazione genitoriale” , definendo questo fenomeno come un insieme di strategie volte a far maturare nei figli il rifiuto per l’altro genitore.

Ciò che va ben sottolineato, è che questi bambini o adolescenti, di fatto, non solo rifiutano la madre o il padre ma, arrivano ad odiarli. Il ragazzo matura, quindi, in sé l’idea che quel genitore non meriti di mantenere con lui una relazione.

Oggi la psicologia e, soprattutto la giurisprudenza, si interrogano sull’esistenza o meno di questo fenomeno inteso, addirittura, come “sindrome”

Sappiamo, in generale, che quando la vita di coppia termina, soprattutto se ci troviamo in situazione di alta conflittualità, spesso i figli si schierano con uno dei due genitori.

Questo avviene, solitamente, a favore di quei genitori che i ragazzi percepiscono come più deboli e indifesi.

Ora la domanda è questa, tutto ciò può essere sufficiente per identificare questo fenomeno in termini così devianti?

Le cause del problema, possono essere molteplici. L’essere stati, ad esempio, spettatori di episodi di violenza, fisica o psicologica, da parte di un genitore a danno dell’altro.

Oggi, comunque, la comunità scientifica ancora non riconosce la teoria della PAS e la sindrome, attualmente, è esclusa dal novero dei disturbi psichiatrici accertati.

In sintesi, la Sindrome non è riportata nel DSM5, quel documento redatto ed aggiornato continuamente dall’American Psychiatric Association.

Teniamo a ribadire questo aspetto, perché è bene che il lettore abbia un’idea chiara sull’interpretazione del fenomeno anche dal punto di vista giuridico.

Infatti, la Cassazione nel Maggio 2021 e nel Marzo 2022 ha tenuto a ribadire che l'alienazione parentale è priva di base scientifica e ha “richiamato consulenti tecnici incaricati dai Giudici di attenersi ai protocolli riconosciuti dalla scienza evitando di uscire dalle linee guida”.

Inoltre, l’attuale Riforma del processo civile, ribadisce, a chiare note, che per la valutazione delle capacità genitoriali ci si debba attenere a metodologie riconosciute dalla comunità scientifica.

Detto ciò, è bene non parlare più dell’argomento o, invece, è importante iniziare a lanciare un serio campanello di allarme per un fenomeno che, a nostro avviso, è più che evidente?

Noi crediamo, a prescindere dall’essenziale ruolo della scienza, che ogni comportamento genitoriale volto a denigrare la figura dell’altro, sia degno di grande attenzione clinica ed educativa.

Allo stesso tempo, in questa sede, non possiamo che affermare che è del tutto deviante, a patto che non vi siano motivi specifici e, quindi, giustificabili, che un figlio possa prendere di mira un genitore fino ad arrivare ad odiarlo.

Proprio quel genitore, che una volta era amato e apprezzato e che, da un giorno all’altro, diventa temuto.

Il fenomeno, assume contorni ancora più sconcertanti quando, a questi ragazzi, si chiedono le ragioni della loro ostilità verso la madre o il padre.

In tal senso, le spiegazioni offerte dal figlio sono prive di consistenza, “frivole” potremmo dire, banali.

Addirittura, vi sono casi in cui bambini e adolescenti arrivano ad accusare il genitore di colpe mai commesse, nel palese tentativo di compiacere all’altro.

Allo stesso tempo, il genitore alienante è idealizzato, è il genitore perfetto, mentre l’altro è considerato inadeguato.

Ovviamente questi bambini negheranno, fino alla fine, di essere influenzati dal genitore alienante.

Il supporto all’altro genitore, pertanto, è automatico.

In questo caso, anche dal punto di vista psicologico, tutto questo è in contrasto con la natura emotiva dei bambini i quali presentano sempre sentimenti contrastanti anche nei confronti del migliore dei genitori.

Questi bambini, quindi, si mostrano freddi, non presentano sensi di colpa per il comportamento adottato.

Non è raro, in questi casi, assistere ad azioni di pretesa nei confronti della mamma o il papà alienati, quasi come se tutto gli sia dovuto.

L’atteggiamento è quello di una totale chiusura, priva di senso, di logica, fondata sull’onda di una emotività negativa e distruttiva.

La presenza, in questi casi, è quella di figli “robot”, che parlano ed agiscono come automi, programmati per essere schierati.

Infine, l’onda dell’odio, nel tempo, coinvolgerà anche la famiglia del genitore vittima dell’alienazione.

Nonni e zii precedentemente amati, vengono del tutto respinti ed evitati.

Tutto ciò, rischia di distruggere la vita di molti ragazzi.

 

Dr.ssa Annalisa Fronzoni

Dr. Raffaele Focaroli